E’ guerra tra Spotify e Apple Music, i due servizi di streaming musicale online: il primo, lanciato nel 2008 in Svezia, ha ad oggi 207 milioni di utenti (96 milioni paganti); il secondo, con 50 milioni di abbonati, è stato presentato al pubblico soltanto nel 2015.
Spotify accusa la Apple di concorrenza sleale in quanto cercherebbe di favorire la propria applicazione attraverso dei sotterfugi, tra cui:
- la commissione del 30% quando un utente iPhone passa dalla versione gratuita di Spotify a quella premium
- la limitazione delle comunicazioni agli utenti
- la limitazione degli aggiornamenti tempestivi dell’app
Tale imputazione non è una novità: già nel 2017 Spotify aveva inviato una richiesta di intervento, ma ora ha deciso di formalizzare la denuncia presso la Commissione Europea dopo aver inutilmente tentato di risolvere la questione direttamente con l’azienda di Cupertino.
Daniel Ek, co-fondatore di Spotify, ha spiegato in un post ufficiale le proprie ragioni:
“Negli ultimi anni Apple ha introdotto regole nell’App Store che limitano intenzionalmente la scelta agendo sia da giudice che da parte in causa per svantaggiare deliberatamente gli altri sviluppatori di applicazioni. Dopo aver tentato inutilmente di risolvere i problemi direttamente con Apple, ora chiediamo alla Comunità Europea di intervenire per garantire una concorrenza leale”.
La risposta di Apple non si è fatta attendere ed è arrivata tramite un lungo comunicato stampa:
“Dopo aver usato per anni l’App Store per far crescere in modo considerevole il proprio business, Spotify cerca di mantenere tutti i vantaggi di questo ecosistema, inclusi i sostanziali profitti provenienti dai clienti dell’App Store, senza dare nulla in cambio. Allo stesso tempo, distribuisce musica offrendo contributi bassissimi agli artisti, ai musicisti e ai cantautori che creano musica, spingendosi fino al punto di portarli in tribunale”
La Apple conclude rimarcando quanto Spotify abbia usufruito del suo contributo per la propria crescita: “Spotify non sarebbe quello che è oggi senza l’ecosistema dell’App Store, ma ora cerca di sfruttare la propria portata per evitare di contribuire al mantenimento di quello stesso ecosistema. Noi pensiamo che sia sbagliato”.
Nel frattempo, Spotify ha creato per l’occasione il sito web TimeToPlayFair.com per tutti coloro che vogliano approfondire le ragioni della denuncia all’Antitrust UE.
Il contrasto, quindi, sembra molto lontano dalla conclusione. Chi ne uscirà vincitore?